venerdì 28 giugno 2013

8° giorno 28 giugno Fragkokastello Chania (La Canea dei veneziani) Km 82


Ultima asperità, avrebbe detto Adriano  De Zan.
Svegli alle 6,15, rapida colazione che ci eravamo già comprati il giorno prima, e via.
La strada inizia con un percorso saliscendi piuttosto nervoso, 4 – 5% la pendenza, strappi brevi, discese brevi, tutto un mangia e bevi, come direbbero i cicloamatori.

Dopo circa 10 Km, il  loc. Komitades, prima di Sfakia, si prende decisamente a destra per immettersi nella recentemente ammodernata strada panoramica che risale il versante del monte con un impressionante sviluppo di curve, controcurve, tornanti, terrazze esposte, sempre sotto l’implacabile sole che, in questa circostanza, è assecondato anche da un vento contrario che scende dalla gola: proprio il calvario del ciclista.  La salita tra l’8 e il 12% è lunga circa 13 Km. Poi dopo un ulteriore svolta verso l’interno, ecco il paesaggio diventare addirittura montano, la vegetazione è lussureggiante, la temperatura meno aggressiva, il vento addirittura è calato, mentre il panorama (dietro), mostra ancora l’orizzonte del mare che sta giù, 800 metri più sotto.
 
Qui si apre un altopiano dove la vegetazione la fa da padrona, evidentemente dobbiamo uscire dagli stereotipi della carenza d’acque in questi luoghi, qui non siamo nel nostro sud, qui, non a caso, l’uomo fondò la prima delle civiltà conosciute dell’antichità, 2500 anni or sono.

Poi, inattesa, con il persistente scetticismo se si tratti di cosa reale o frutto della nostra mente ormai annebbiata da tanto pedalare, inizia la discesa e, all’orizzonte verso nord, appare il mare “talasso!!”.
12 Km di velocità pura, ce lo siamo meritato.
All’altezza di Virises per evitare di incappare sulla national, deviamo a sinistra per la strada vecchia, e così attraversiamo tra sali scendi anche piacevoli, una serie di paesi immersi nella vegetazione.
In loc. Agio Pandes ci facciamo la pita e le birre e poi, ultimo sforzo, a Megala ci immettiamo sulla national n. 90, verso La Canea e alle ore 16.00 entriamo stanchi e soddisfatti in città.

Il nostro viaggio è alla sua meta, segnaliamo a La Canea l’Hotel Palazzo dove abbiamo alloggiato per due notti, posizionato in centro storico, in un antico palazzo veneziano restaurato, le camere sono spaziose, la signora che gestisce molto graziosa gentile e simpatica  (qualcuno dei nostri si è innamorato).

Prezzo un po’ più alto della media dei giorni precedenti, è stata una nostra scelta ovviamente, € 60,00, ma dopo tanto pedalare ci siamo tolti una soddisfazione.  lungo il molo est, a 20 metri dalla piazza dove c’è la fontana, ci ha sorpreso per prelibatezze e (non secondario) per prezzo, un ristorante che potrebbe far pensare al solito trabocchetto, data la sua posizione turisticamente molto strategica, il turista giustamente attento a non prendere fregature, invece ecco il ristorante kavouras, in Old Harbour, www.kavouras-tavern.com. Lo segnaliamo anche per la simpatia del personale.

Diciamo solo che l’ultima sera, per una più che abbondante, soddisfacente e prelibata cena a base di pesce, abbiamo pagato in 9  € 208,00. Non male.

giovedì 27 giugno 2013

7° giorno 27 giugno Plakia Fragkokastello Km 30 (solo)

Oggi la tappa è volutamente breve, siamo stanchi e abbiamo vogli di fare un po’ di mare, quindi destinazione Frangokastello, restiamo quindi sulla costa sud, però adiamo verso una zona che si apre molto, tra mare e montagne c’è una piana molto vasta, forse è l’unica vera pianura di Creta.
Partenza alle 7,45. Valerio ci dice che il termometro segna 30°c, cominciamo bene!



Andiamo in direzione del paesino di Sellia, la strada si inerpica in modo straordinario per 2,5 Km, facendoci superare quasi 300 m di dislivello, e presentando punte di pendenza del 22%, Garmin dixit, al limite del ribaltamento. Comunque, stoici e inflessibili, ce la facciamo, e ci dirigiamo verso Frangokastello affrontando altri tre discreti scollinamenti. Non male per aver percorso 30 Km l’aver superato 580 metri di dislivello.



Troviamo un luogo per dormire, non facciamo troppo caso al lusso né al resto, ci va bene così.



Poi tra pennichelle e non, ci si trova tutti in spiaggia.

Questo è un luogo assolutamente fuori dal mondo, poche case, pochi locali e chiaramente poca gente.

Ma c’è il castello, proprio in prossimità del bagnasciuga, che appare come un monolite fuoriuscito dalla sabbia in un sol blocco, che sembra non appartenere a nessun tempo, a nessun luogo, ma solo a se stesso, e allora, ecco che con un piccolo sforzo di fantasia (l’ambientazione aiuta), facilmente si vede prendere forma l’immagine delle navi Saraceni e poi di quelle Turche  che incrociano sulle acque al largo, che tentano di trovare un luogo di approdo, che cozzano sugli scogli, con la soldataglia assetata di bottino che si tuffa per assediare Fragkokastello; e si vedono i turbanti a pelo d’acqua. Ed ecco i fantasmi dei difensori del castello, uscire dalle sue mura quasi fosse una scenografia di Njinia, camminare sollevati di qualche centimetro da terra in direzione del mare, in direzione degli invasori.
E allora viene alla mente un altro luogo che si addice a questo, quella fortezza del deserto dei Tartari di Buzzati, ma qui, diversamente che dal libro, non si scrutava né si immaginava il nemico, qui i pirati Saraceni arrivavano per davvero.



Fuori dalle fantasie, è ora della solita Grande Cena che stasera vede sul desco l’agnello con patate (su nostra ordinazione ovviamente).


mercoledì 26 giugno 2013

6° giorno 26 giugno Retimno Plakia Km 50

Si inizia alle 7,45 con l’affrontare una bellissima salita (strada n. 77) con pendenza costante del 8% per circa 10 Km per giungere ad uno scollinamento a quota 500 m s.l.m. Il caldo e la fatica ci sono.



Poi si scende velocissimi (siamo sempre sulla Strada 77), per alcuni Km e poi di nuovo salita durissima fino a lasciare la 77 in loc. Koxare in direzione di Moni Preveli e Plakia.

 
La strada sale un po’, poi improvvisamente si snoda in una gola, inizia a scendere ripidamente ed ecco che ad un tratto, inaspettato, lo spettacolo della gola di Sellia è davanti a noi, una fantastica forra che si insinua tra due pareti sempre più strette e sempre più verticali, per scendere poi al mare.



Uno spettacolo della natura straordinario. Poi salite e discese, fino al mare di Plakia.




Siamo sulla costa sud, il contesto è diverso, intanto c’è meno confusione, la località è piccola e si comprende perché la costa nord la faccia da padrona nella Creta turistica, mentre la sud, frastagliata, a picco sul mare, battuta spesso dal vento e conseguentemente con mare quasi sempre agitato, non è meta previlegiata dei turisti frettolosi e, mediamente, poco attenti (ma noi non apparteniamo a quella categoria).





Ceniamo da Tasomanolis, ci affidiamo ancora alla Lonely Planet, ottimo pesce, prezzo più che dignitoso, in 9 spendiamo € 154,00.

martedì 25 giugno 2013

5° giorno 25 giugno Damasta Retimno Km 70

Sveglia presto alle 6,30, l’agriturismo, vista la nostra ora di partenza, non ci fa la colazione quindi ci dobbiamo arrangiare al primo paese che incontriamo, dove ci fermiamo a prendere quello che è possibile trovare, a quest’ora della mattina a Creta. Riusciamo a bere nescafè con biscotti, servito da una nonnina che molto gentilmente ci ha preparato la colazione, nonostante l’ora.

Segnaliamo il paese perché è pieno di taverne lungo i lati della strada, evidentemente il luogo deve avere un qualche pregio, se non altro culinario. La località si chiama (letto dal greco e scritto in italiano) Drosia Milopotaios.
Non fosse per la strategia di avvicinamento di ieri, oggi ci sarebbero da percorrere 100 km, ma sono “solo” 70. Naturalmente non è che la destinazione di Retimno sia diretta, bisogna ovviamente fare una deviazione per Moni Arkadi, lo ricordate il ghigno di Alessandro quando ha abbozzato il programma?
Ad un certo punto si devia su per la strada in direzione di una località di nome Alfa (che in greco poi vuol dire a), ed eccoci di fronte a “puntare” micidiali, pendenze anche del 15- 16%, strappi brevi si, ma le gambe?

 Comunque la salita è lunga circa 10 Km, e anche oggi il caldo è piuttosto intenso.
La pietraia su cui sorge Moni Arkadi (si vedano le foto) è una specie di cocuzzolo deserto, ricorda vagamente l’Ortigara, nei pressi del Monastero c’è una discarica (deformazione professionale di Massimo che la vede subito mentre gli altri non tutti), appena costruita proprio, è il caso di dire, in cono visivo del Monastero, è proprio vero che alla fine, per non dare fastidio ai soliti potentati locali, le discariche e gli inceneritori vengono costruiti proprio dove non si dovrebbe, anche in questo caso una faccia una razza la dice lunga, ma lasciamo perdere.
Il monastero merita la visita, si tratta di una costruzione che testimonia le ragioni dell’architettura dell’epoca (XVII sec.), con la struttura religiosa e ascetica, in perfetta simbiosi con la fortificazione a sua difesa, che serviva a dare asilo e riparo dagli aggressori che arrivavano dal mare, che sta ben sotto. Ma i Saraceni prima e poi i Turchi, comunque, sono arrivati anche qui.
Alle 13.00 il termometro di Valerio segna 40°C.



Dopo la dovuta visita al monastero iniziamo la lunga discesa verso Retimno, tra superbi paesaggi in una gola che si apre via via che ci avviciniamo al mare.
Sistemazione in buon hotel. Per la cena coi affidiamo alla Lonely Planet che ci consiglia da Maria Kirie, in pieno centro storico della cittadina che è molto caratteristico. Segnaliamo il conto: in 9, con bibite comprese, qualcuno ha mangiato pesce, altri carne, totale € 200,00.






Cena ottima, haraki al solito.

lunedì 24 giugno 2013

4° GIORNO - 24 giugno Navigazione Sitia Iraklion con ulteriore divagazione sul tema: spostamento fuori programma a Damasta quale strategia di avvicinamento a Retimno

Il programma di oggi prevede lo spostamento, via nave, da Sitia a Iraklion, si ritorna al punto di partenza.



La mattina ci rosoliamo in spiaggia fino alle 11,30, poi carico dei borsoni e zainetti vari sul basto delle bici e via al porto, alle 12 arriva la nave che viene da Rodi e, via Iraklion, tornerà al Pireo.


Si beve birra a bordo, poi si fa una pennichella sulle poltrone. Alle 15.15 sbarco, eccoci di nuovo a Iraklion.



Ripercorriamo la strada del primo giorno, poi una pita per strada e via, il programma, modificato seduta stante, non prevede più la sosta in città, bensì l’avvicinamento a Retimno, percorrendo una trentina di km all’interno, siamo in montagna. Fa caldo.



Subito una dura salita, ovvio, tanto per gradire, la temperatura dell’aria è attorno ai 40°C, si suda e si vuotano le borracce.



Ecco poi la discesa poi ancora salita e arriviamo in località Damasta dove un’accattivante insegna di un agriturismo ci attira, e dove, guarda caso, staremo benissimo. Segnaliamo il luogo perché merita; lettura dal greco: “Agrotikon Paradisiaco arcontico” (si capisce no?) Damasta, Heraklion, Crete, 71500 Greece tel +30 2810521521 mail: info@agrotikon.gr



 Qui si comincia ad apprezzare la cucina vera, la signora, gentilissima, prepara la cena solo per noi, greek salada, polpete, specialità di vario tipo, vino in abbondanza e, giusta conclusione, haraki in dosi massicce.
E qui, in questa serata quasi eterea, Tony racconta una storia.

Il racconto di Toni:

 Un vecchio (o forse no) prete parroco in un paesino di montagna (non diciamo il nome), molti anni fa, offriva alle signore sue parrocchiane, oltre che conforto spirituale, anche quello potremmo dire “materiale” (ciàmeo mona), ma questa non è certo una novità, nel mondo sacerdotale: si sa, in montagna, specialmente d’inverno, le signore non avevano molte possibilità di svago, c'era il marito si, ma vuoi mettere l’emozione del peccato con colui che poi ti darà l’assoluzione? Fatto sta che passa un anno, ne passano altri e, come si dice, la calunnia, che è un venticello, scende in pianura, fino a casa del Vescovo, il quale porporato pensa bene di farla finita con quel teatro e di trasferire ipso facto il prete peccatore.
Senonché giunge l’ultima domenica e quindi l’ultima messa e predica del nostro prete che, quasi a incidere sul marmo le sue parole, con voce possente dal pulpito tuona, alla fine della sua predica:

"….voi, paesani infidi, orsi vi ho trovato, orsi vi lascio…….addio canaglie!!!!" Non è detto che i maschi abbiano proprio proprio afferrato il sottile senso della conclusione del discorso del parroco.




Anche per oggi ci siamo guadagnati il nostro meritato riposo.

domenica 23 giugno 2013

3° giorno 23 giugno Elounde Sitia (con divagazioni sul tema per i più forti fino a Erimoupolis e conseguente ritorno a Sitia)

Mattina caldissima, dormito non moltissimo, alle 8,30, in vista panoramica (dopo la solita salitissima di partenza) di Agios Nicolaos, il termometro segnava già 31 °C.

 
La strada sale e scende per i primi 20 – 30 Km in maniera abbastanza uniforme, poi, superata la località Istro, una salita terrificante, non tanto per pendenza (8% costante) ma per lunghezza e soprattutto per il caldo, qui siamo ormai alle due del pomeriggio, e il termometro segna oltre 38 gradi.

 
Massimo (io), preso da crampi, in località Mirsini, quando mancano circa 15 Km a Sitia, decide di aspettare l’autobus.


Racconto di Massimo:

A Mirsini, quando la salita continuava ancora per qualche km (4 o 5) prima dello scollinamento, la crisi tipica del ciclista mi ha preso, con crampi alle gambe e con forze praticamente assenti. Forse mi sono alimentato male, forse pochi sali, data la temperatura e il sudore prodotto, fatto sta che decido di fermarmi e di prendere l’autobus che sarebbe passato alle 16.15. In quel momento erano le 14.20. Nessuno aveva ancora mangiato, i compagni,  rassicuratisi  che non ero in preda alla sbornia del ciclista, proseguono..
Dopo essermi seduto, sotto il pergolato di una taverna, naturalmente continuando a bere acqua, sento voci greche che si rivolgono a me, sono le persone all’interno che con ampi segni delle braccia, mi invitano ad entrare.
Stavano mangiando e festeggiando qualcosa, erano cinque o sei, non giovani, tutt’altro, nessuno parlava inglese ma l’unica uscita in lingua italiana fu il classico “una faccia una razza”.
Ecco, a questo punto spuntare ’ospitalità greca, e in particolare cretese, si materializzò subito da mangiare anche per me, pesce al forno, patate, feta, polpo ai ferri, pane e, obbligatorio in conclusione, dato che avevo continuato a bere acqua, un bel bicchierino (bella dose comunque) di haraki, grappa. Bella esperienza e, nel nostro “esperanto”,  ci siamo perfettamente capiti. E io ho capito ancora di più che quello che c’è, nei bisogni della gente, soprattutto della gente mediterranea che non è preda delle rigide e ipocrite leggi comportamentali del nord,  è il bisogno di contatto umano, di  comunicare, di stare insieme, in una parola di vivere.



Ci siamo! Finalmente tutti a Sitia. Alcuni, mai domi e cioè Alessandro, Toni Valerio e Benassi, decidono di fare la variazione sul tema, cioè andare fino a Erimoupolis che sarà anche una bella spiaggia, ma per raggiungerla bisogna fare qualche km in più e, tra andata e ritorno, sono circa una cinquantina. Bravi!

 
Gli altri si spaparazzano sulla spiaggia fino alle 20.

Ottima la cena, ma ancora non immaginiamo a quali prelibatezze andremo incontro nei giorni successivi.

sabato 22 giugno 2013

2° giorno 22 giugno Iraklion Elounda Km 100

Sbarco complicato dalle automobili, dormito discretamente, tenuto conto delle condizioni.
 
 
Ci dirigiamo verso la città e primo problema meccanico alla bici di Gabriele, il portabagagli non tiene. Il nostro grande meccanico Domenico risolve alla grande la situazione e quindi, finalmente, si può andare a fare colazione.



Direzione Knosso, ore 9.45 (strada n. 99), si comincia a salire, poi, dopo la visita al sito archeologico della civiltà Minoica, proseguiamo all’interno.

Knosso

La temperatura comincia a farsi sentire, un po’ di brezza ci dà sollievo; le strade, il paesaggio il contesto generale sono emozionanti, tutto è bellissimo. Dopo il periplo, Knosso – Kaluni - Kastelli, e dopo una bella discesa, arriviamo sulla National road n. 90,  in prossimità di Limenas Hersinissou. Ma non vogliamo (naturalmente) percorrere la National road n. 90, così decidiamo di scendere per una ripidissima discesa, che quindi già ci fa pensare a come sarà la risalita, per finire in una zona a ridosso del mare tutto sommato deludente, la zona è turistica, di quel turismo usa e getta che non è certamente in linea con il nostro “plen air”, villaggi, villazze esagerate, luoghi anonimi, edificazioni chiaramente speculative, insomma location no good.
Dobbiamo comunque mangiare qualcosa e, nel generale ottimo giudizio enobirragastronomico del nostro viaggio, questo pranzo del secondo giorno va decisamente dimenticato.

Si riparte, e subito ovviamente una salitona da brividi, poi eccoci sulla strada n.90, era inevitabile, e ancora dalle parti di Neapoli, una bella deviazione su una panoramica strada che ci porterà a scollinare e a scendere a Elounda. (Toni, per comodità, la chiama honolulu). Il panorama varia in continuazione, dalla vista su montagne alte oltre 2.000 m, allo splendido colpo d’occhio del golfo di Mirabello (nome certamente non dato a caso) dove in lontananza si indovina Spinalonga e il Finisterre orientale di Creta.











Arriviamo, dopo una salita durissima e una discesa velocissima, verso le sei di sera.
 

Troviamo ottimo alloggio (€ 30 camera doppia con colazione), poi grande cena su una zattera galleggiante, nessun problema di mal di mare...
Finalmente giunge  il sonno del giusto.

Elounda

venerdì 21 giugno 2013

1° giorno 21 giugno partenza, Atene, Iraklion

Inizia il racconto di viaggio preparato da Massimo.

Ore 9.50 imbarco sul volo Venezia - Atene. Bici spedite, qualche problema con le dimensioni di alcune (due) scatole un po’ troppo grandi ma tutto risolto.

Aeroporto Venezia
 
Lo stomaco di Valerio non regge le turbolenze del volo e quindi decide per lo svuotamento.
Arrivo, l’ora è una avanti rispetto all’Italia. Montaggio bici e ammassamento in un autobus di linea con bici e tutti noi per Piazza Sintagma, il centro si Atene.




 Durante il percorso però, altre tre fermate (non a richiesta) per permettere a Valerio di apprezzare in pieno il mal di bus e quindi di svuotare lo stomaco altre tre volte sotto lo sguardo lievemente preoccupato di una ragazza che, seduta accanto a lui (ma molto di spigolo), spostava le gambe verso il corridoio in maniera impercettibile, facendo spazio per  farlo passare  e guardava, ogni volta un po’ incredula, Valerio precipitarsi sul marciapiedi. Non male comunque per uno che soffre il mal del viaggio, in un solo giorno Valerio si è fatto aereo, autobus e infine nave. Complimenti. 



 Giro turistico, una bella pita, una pedalata su per l’Acropoli, quattro parole del nostro storico (Massimo): ci troviamo sull’Acropoli di Atene, il luogo da cui si è sviluppato tutto ciò che oggi noi siamo in termini di cultura occidentale, scienza, filosofia fisica, religione e metafisica, ai luoghi di Pericle e di Fidia, Dionisio, Sofocle,  Euripide, Socrate, tra il Ginnasio di Platone, il peripato e il Liceo di Aristotele.

Acropoli
Poi un salto panoramico sull’Aeropago da dove si domina una Atene bianchissima (qualcuno ha scalato la collinetta con le scarpette con gli attacchi per i pedali, senza accorgersi che due metri più in là c’è una comodissima scala).

Poi finalmente  via a spron battuto verso il Pireo. La nave ci aspetta.

Notte in nave, si dorme dove capita, lieve rollio. La notte è bella, fresca e serena, l’avventura inizia davvero.