giovedì 18 ottobre 2012

Gran Sasso Tour 6° e 7° giorno

Santo Stafano di Sessanio
Nel sesto giorno, nuovamente fiducioso per le ampie schiarite, mi arrampico alla rocca di Calascio, da dove finalmente, intravedo le dolomitiche vette del Gran Sasso. Attraverso Castel del Monte e ritorno sul vasto pianoro di Campo Imperatore: da valico della Serra un panorama mozzafiato.
Risalgo per Riccopiano e inizio una lunghissima discesa fra splendide faggete che mi porterà a Castelli, Isola, Montorio al Vomano, dove pernotto dopo 73 Km.



Rocca di Calascio



Pietracamela
Nel settimo giorno il buon tempo mi induce ad arrampicarmi a Pietracamela, nell’intento di completare il giro. Arrivato nel bellissimo borgo a 1200 m, dato che neppure dal versante settentrionale riesco a scorgere le cime sempre incappucciate, decido, stanco nella mente, di ritornare a casa. Nel silenzio della valle del Vomano appare un cicloturista solitario come me. Una bella consolazione!
E’ inevitabile confidargli la stanchezza non tanto fisica, ma psicologica. Lui, svizzero, dice che per essere italiano una settimana di pedalata in solitaria è già molto. Nel suo programma, appena iniziato, ce ne sono tre!
Ritorno sui miei passi verso Teramo, Civitella del Tronto, Ascoli, che non raggiungo, preferendo deviare, restando in quota, per Sant’Egidio alla Vibrata, Controguerra e Colonnella verso Martinsicuro e quindi a San Benedetto del Tronto, dopo circa 160 Km.
Il giorno dopo, riparto con i regionali verso casa.




Colli del Tronto
Bravo Eros!!!

mercoledì 17 ottobre 2012

Gran Sasso Tour 4° e 5° giorno

Nel quarto giorno parto sotto l’acqua e il freddo che non mi abbandonano. Così dopo 58 Km, mi fermo nei pressi di L’Aquila, dopo essere salito ad Arischia nel tentativo di trovare alloggio e indirizzarmi verso Amatrice che era la mia meta.
Trevi

Nel quinto giorno parto in una giornata che promette ampi squarci di sereno. Mi addentro in L’Aquila con la preziosa guida di un affabile signore. Con malinconia percorriamo le vie fra palazzi sostenuti da armature, con gli interni crollati insieme alla loro quotidianità distrutta e ferma a tre anni fa, in un silenzio irreale.
L'Aquila

Inizio la salita verso Assergi, da dove inizierà il cammino attorno il massiccio del Gran Sasso. A Fonte Cerreto finalmente trovo il primo punto informazioni del Parco aperto.
Campo Imperatore
Scarse le informazioni e il materiale disponibile per percorrere l’anello della ippovia ben descritta nel sito del Parco. Così continuo per la strada asfaltata verso Campo Imperatore. Incontro solo mandrie e greggi e il mio timore dei pastori abruzzesi. Magico il paesaggio, reso surreale dalla fine pioggia e dagli arcobaleni formati dai raggi di sole filtranti le basse nuvole. Dopo 58 Km, arrivo a Santo Stefano di Sessanio, splendido borgo medievale abitato d’inverno da non più di 90 persone, accolto in un suggestivo albergo.
Campo Imperatore



Campo Imperatore

martedì 16 ottobre 2012

Gran Sasso Tour 2° e 3° giorno

Nel secondo giorno da Marciano mi sposto verso il lago Trasimeno. Anche qui mi affido alle indicazioni che, prima, mi indicano migliore la sponda settentrionale, poi quella ovest, da dove, grazie all’aiuto di un anziano e valido ciclista, attraverso strade secondarie, arrivo a Perugia dall’alto, dalle Università. In Centro una gentile signora del punto informazioni mi orienta verso la ciclabile che costeggia il Tevere verso Assisi, lungo la via Francigena. Attraversata Assisi, prendo rapidamente verso Spello, dove arrivo, spossato, dopo 113 Km.

Nel terzo giorno percorro una bella ciclabile sull’argine di un fiume da Foligno fino a quasi Spoleto, da dove, non senza fatica e grazie al cassiere ciclista di un piccolo supermercato di Eggi, salgo verso la val Nerina. Inizia a piovere. Arrivo sotto l’acqua a Monteleone di Spoleto, bellissimo borgo medievale, dove alloggerei volentieri, ma fuori stagione si fatica a trovare locali adatti.
E così, bagnato e infreddolito, giungo a Leonessa, alle pendici del Terminillo, per dormire, dopo 83 Km, in un Hotel 5 stelle (l’unico aperto).

lunedì 15 ottobre 2012

Gran Sasso Tour 1° giorno

Eros, uno degli Amici che Pedalano qualche tempo fa ha intrapreso un viaggio in solitaria partendo da Forlì per raggiungere il Gran Sasso. Di seguito troverete il racconto della sua bella avventura.

Parto da Vicenza in treno regionale verso Forlì, da dove, alle 11,30, incomincia l’avventura in solitaria.
Subito qualche difficoltà a comprendere le indicazioni stradali che sono fatte per le auto, lungo tangenziali che cerco di evitare.
Meldola, Civitella di Romagna e S. Sofia. Spesso ho dovuto chiedere informazioni perché non amo preparare troppo il viaggio, ho alcune carte e il percorso “disegnato” su Google, ma sono facilmente disponibile ai cambiamenti, soprattutto quando a S.Sofia mi descrivono il passo dei Mandrioli come troppo pendente. Decido quindi di seguire le indicazioni per Campigna. Il paesaggio della riserva con faggete da favola, la strada deserta e la lunga discesa mi ripagheranno dei circa quaranta chilometri di lenta e costante salita per valicare l’Appennino. Da passo della Calla si distacca una interessante strada forestale per l’eremo di Camaldoli.
Decido di non intraprendere strade ancor più solitarie per non correre troppi rischi con il mio carico di circa 18 Kg posto sul nuovo portapacchi freeload per la mia biammortizzata.
La lunga discesa verso Arezzo diventa meno interessante dopo Bibbiena, anche per il traffico della statale del Bidente, lungo la val Casentina. Dopo 155 Km arrivo in serata a Marciano della Chiana, ospite del caro amico don Girolamo.

venerdì 12 ottobre 2012

Giro tra le Ville Palladiane del basso vicentino

Viste le temperature ancora gradevoli, oggi ci siamo cimentati in un percorso facile, tutta pianura e una sola salita finale. Le mete di oggi saranno due Ville Palladiane che si trovano nel basso vicentino.
Partiamo verso le 13.00 dal piazzale del municipio di Sarego e imboccchiamo la ciclabile che ci porta fino a Lonigo. Raggiungiamo poi Alonte attraverso una strada interna poco traffficata e successivamente Orgiano, Cagnano e finalmente giungiamo a Pojana Maggiore dove poco fuori paese si presenta Villa Pojana del Palladio (Patrimonio dell'UNESCO).
A commissionare la villa nel 1546 fu Bonifacio Poiana, rappresentante di una famiglia vicentina che per i servigi resi alla Repubblica di Venezia ai tempi della Guerra della Lega di Cambrai ebbe assegnata una vastissima tenuta in queste fertili campagne. I lavori terminarono nel 1563, quando fu compiuta la decorazione interna eseguita per mano dei pittori Bernardino India e Anselmo Canera e dello scultore Bartolomeo Ridolfi.
Villa Pojana
Villa Pojana


Ci rimettiamo in bici e ci dirigiamo verso la seconda meta: Villa Saraceno.
Pedialiamo fortunatamente su strade di campagna poco trafficate e quindi possiamo goderci serenamente il panorama che ci viene offerto.
La villa di trova ad Agugliaro, il progetto della villa, che fu costruita da Palladio nel 1548 ca., prevede due barchesse laterali formate rispettivamente da due bracci. Venne eretta, e solo in parte, quella di destra. La villa venne affrescata per volontà dei Saraceno nel Cinquecento ed oggi è visibile solo parte della decorazione.

Villa Saraceno, dopo molti anni di degrado, è stata completamente ristrutturata ed in modo egregio per opera della società inglese The Landmark Trust

Villa Saraceno


Rientriamo verso Sarego attraversando la meravigliosa Val Liona passando per Sossano, Campolongo, San Germano dei Berici e per la suggestiva zona dei Mulini della Val Liona.
Superata infine la salita di Boca d'Ascesa (1,5 km al 6%) raggiungiamo l'ultima tappa della giornata: Villa Trissino (o meglio parte di Villa Trissino) a Meledo.
Il progetto prevedeva un edificio padronale ruotante attorno ad una sala centrale circolare e coperta da una cupola, e due barchesse che avrebbero dovuto abbracciare l’area antistante. Lungo il fiume si eleva una costruzione cinquecentesca formata da un porticato e da una torretta. È difficile affermare con sicurezza che sia opera di Palladio a causa di alcune incertezze nella distribuzione degli elementi che potrebbero essere state causate dal fatto che l’architetto non diresse personalmente i lavori di costruzione.

Barchessa di Villa Trissino


giovedì 11 ottobre 2012

Il Libro Rosso della Ciclabilità e della Mobilità Nuova

Gli Stati Generali della Bicicletta e della Mobilità Nuova di Reggio Emilia si sono conclusi.
Sono stati un successo di partecipazione al di là di qualunque ragionevole aspettativa: sono state oltre 1.000 le persone iscritte ai lavori, in qualità di privati cittadini, membri di associazioni, tecnici, ma soprattutto di amministratori e politici desiderosi di gettare le basi per l’Italia di domani.
Dopo due giorni (e notti) di lavori pressoché ininterrotti, i cinque gruppi di lavoro hanno dato vita ad un documento snello ma carico di contenuti che contiene le linee guida per rendere nostre città più vivibili partendo da interventi mirati sulla mobilità: è il Libro Rosso della Ciclabilità e della Mobilità Nuova.

Affinché questo lavoro non rimanga lettera morta occorre, non solo che venga letto da sindaci e assessori di tutti i comuni italiani, ma che sia anche applicato. Gli Stati Generali hanno dimostrato che gli amministratori locali non vedono più la mobilità nuova come una questione accessoria, ma come un segmento di azione strategica per lo sviluppo delle città, però sappiamo bene che chi amministra le città tende a scegliere e a operare sulla base del consenso.
Il nostro compito in questa fase deve essere quello di creare il consenso necessario affinché le nostre amministrazioni si attivino, distribuendo pacche sulle spalle ogni volta che faranno qualche cosa di buono e criticando duramente ogni volta in cui si lasceranno ispirare dalla paura di cambiare.
Una prima versione del Libro Rosso della Ciclabilità e della Mobilità Nuova, lo potete scaricare cliccando sull’immagine qui sotto.
Ci auguriamo fortemente che questo venga presentato in occasione della prossima assise dell’ANCI che si terrà a Bologna dal 17 al 20 ottobre e che riunirà 3.000 delegati dei comuni di tutta Italia.
Cogliamo l’occasione per ringraziare sentitamente tutti i partecipanti, Legambiente, FIAB, ANCI, il Comune di Reggio Emilia e tutte le testate giornalistiche che hanno portato in evidenza l’evento dimostrando che la ciclabilità e le forme nuove di mobilità non sono più tematiche marginali.
Facciamo cambiare strada all’Italia.



n.b. evitate inutili speculazioni fin troppo facili in Italia: il libro è rosso perché rosso è il colore del sangue lasciato sulle nostre strade, dell’allarme e dell’emergenza, della passione che vi è stata profusa, di una spia che si accende per testimoniare lo stato di arretratezza e la necessità di intervento immediato.

  

Tratto da #salvaiciclisti