domenica 23 maggio 2010

Tunisi - Milano

Siamo a Tunisi e la mattina decidiamo di visitare a piedi la Medina della città. La Medina l’avevamo visitata in bici la prima notte. Notiamo la differenza… Ci sono bancarelle e negozi ovunque e tutti che ti invitano ad entrare per venderti qualsiasi cosa. Usciti da questo dedalo visitiamo un po’ la parte nuova della città finché non arriva il momento di prendere le bici dall’albergo e dirigerci verso l’aeroporto.


Nel tragitto, a 1 km dall’aeroporto riusciamo ad imbatterci in un temporale, ci ripariamo sotto un cavalcavia della superstrada ma poco dopo la polizia ci invita ad andarcene perché di li a poco sarebbe passato in auto il Presidente della Tunisia.


Raggiungiamo l’aeroporto e all’interno smontiamo le bici, anche stavolta creiamo scompiglio e i clienti del bar di fronte hanno anche lo show da guardare!




Imbarchiamo i bagagli e le bici. Alle 21:00 abbiamo il volo che ci porterà in Italia. Noi siamo felici per il viaggio che abbiamo fatto e continuiamo a ricordare aneddoti accaduti durante la settimana.
Anche la polizia tunisina è felice e dice: “Finalmente i 6 ciclisti italiani ce li siamo tolti dai piedi!!!”

sabato 22 maggio 2010

Sfax - Tunisi

Questa giornata è dedicata alla visita a piedi della Medina di Sfax e del trasferimento in treno a Tunisi
 

venerdì 21 maggio 2010

Sfax - Isole Kerkennah - Sfax

A Sfax decidiamo di fare un breve tour delle isole di fronte, le Kerkennah. Prendiamo così il traghetto con le bici, e dopo poco più di un’ora di viaggio approdiamo sull’isola.







Le isole sono due ma sono vicinissime, tanto che sono collegate da un ponte lungo non più di 50 metri. Le isole sono molto belle e le abitazioni ricordano i villaggi in Grecia con le case bianche e i balconi azzurri. Anche qui è molto ventilato. A mezzogiorno ci aspetta un pranzo a base di pesce in un bel ristorantino che si affaccia sul mare.



Ripartiamo dopo un paio d’ore con l’intenzione di raggiungere la parte opposta dell’isola. Ci riusciamo, ma dobbiamo rientrare velocemente per non perdere il traghetto che ci riporterà a Sfax.







 Il tour che doveva essere breve, alla fine si è rivelato di circa 80 km

giovedì 20 maggio 2010

Tamerza - Gafsa - Sfax

Anche oggi la partenza è di buon’ora per evitare le ore più calde. La strada è un continuo saliscendi e il vento ci mette del suo per impedirci di pedalare spediti. Facciamo una deviazione per raggiungere l’oasi di Midès che si trova poco lontana dal confine algerino (1 km circa).



 

Non abbiamo molto tempo quindi facciamo una breve escursione, torniamo indietro sulla strada principale e ci mettiamo in marcia per Gafsa. Il vento oggi non è clemente e continua a darci filo da torcere, non procediamo più velocemente di 10-12 km/h. Pedaliamo così fino a mezzogiorno finché non ci fermiamo a Moularès, uno dei pochi villaggi che si trovano lungo il tragitto. Pranziamo in un “ristorante”, sotto una veranda che si trova a mezzo metro dalla strada. Il pollo allo spiedo comunque è buono. L’importante è non guardare mai dentro la cucina…






Ripartiamo dopo questa sosta e pian piano ci avviciniamo a Gafsa. Pedaliamo su un altopiano arido e piatto che non presenta ostacoli per il vento che ovviamente abbiamo ancora contrario. In lontananza vediamo la città e cominciamo a perdere quota senza però trovare discese degne di tale nome. Anzi pedaliamo altrimenti il vento ci ferma.



Ovviamente chi ci aspetta fuori città? La polizia, che a distanza ci scorta fino in città. Grazie a loro raggiungiamo la stazione di partenza dei taxi minibus e con la loro mediazione riusciamo a organizzare un trasporto con partenza immediata di noi 6 con le bici su due minibus fino a Sfax. Distanza percorsa circa 110 km (+ 200 km in minibus).
Arriviamo a Sfax con i nostri taxi verso le 21:00. I taxisti non sapendo bene dove si trova il nostro albergo chiedono ad alcuni poliziotti in moto, i quali sapendo che ci sono dei turisti nei taxi ci accompagnano in moto fino all’albergo bloccando il traffico davanti a noi e facendoci imboccare anche sensi unici. Ci sembra di essere degli ambasciatori con la polizia davanti che ci scorta.

mercoledì 19 maggio 2010

Tozeur - Tamerza

Ci mettiamo in strada presto, non prima di avere fatto scorta d’acqua. Anche oggi la strada sembra essere stata tracciata sulla cartina con un righello. Il vento è laterale e non molto a favore, così siamo costretti a viaggiare lentamente e con qualche difficoltà benché la strada sia quasi tutta pianeggiante.






Verso mezzogiorno raggiungiamo Chebika, la prima oasi di montagna che visiteremo in questo viaggio. Rimaniamo a pranzo presso un localino vicino il palmeto di Chebika. Ci inoltriamo subito dopo a piedi all’interno dello stesso per ammirare meravigliati come l’acqua possa nascere in una zona così arida ed inospitale. Ne approfittiamo per riposarci all’ombra delle palme con i piedi immersi in quest’acqua fresca.





Ripartiamo verso le 14:00 in direzione Tamerza. Abbiamo altri 15 km circa da percorrere ma sappiamo che saranno piuttosto duri in quanto ci aspetta una bella salita con parecchi tornanti. Infatti il gruppo si allunga molto e ognuno sale con il suo passo. Chiaramente facciamo qualche sosta lungo la salita per riprendere fiato e per fare qualche bella foto.  


Prima di arrivare a Tamerza ci fermiamo a visitare la parte finale dell’oasi dove è presente una piccola cascata. Per raggiungere Tamerza ci infiliamo dentro una stradina che poi ci porterà all’interno di un palmeto e ci farà sbucare proprio davanti il cartello della città.


 In cima troviamo alcuni turisti che ci avevano superato in salita con i loro SUV. Vedendoci ci applaudono come se avessimo conquistato un gran premio della montagna. Distanza percorsa circa 70 km.

martedì 18 maggio 2010

Bechri - Tozeur

Nella tappa di oggi attraversiamo tutto il lago Chott el Jerid, partiamo alle 8:30 circa dal nostro albergo, la strada è buona e il vento oggi è totalmente a favore per tutto il tragitto sul lago.



In gruppo raggiungiamo velocità impensabili per biciclette con le borse appresso. Arriviamo quasi a 41 km/h per brevi tratti. Il paesaggio intorno diventa sempre più bianco, ma ce ne rendiamo conto soltanto quando togliamo gli occhiali da sole. E' il bianco dovuto al sale che si trova sulla superficie.


Ci sono delle pozze d'acqua che a seconda della concentrazione di sale, risultano di varie tonalità. La strada davanti a noi è dritta e termina all’orizzonte. Tutto intorno non c’è niente, tutto piatto. Sembra di essere in riva a un mare bianco, verso la fine del lago in lontananza si vede il "golfo" di Tozeur con le sue palme e la sua oasi.



Grazie al vento raggiungiamo velocemente la città, cerchiamo un albergo, pranziamo e successivamente visitiamo questa bella città. Distanza percorsa in questa tappa circa 80 km. Ovviamente in tutte le città che attraversiamo c’è un’auto della polizia che ci aspetta

lunedì 17 maggio 2010

Douz - Bechri


Partiamo dopo una buona colazione, facciamo delle brevi soste per acquistare la sempre preziosa acqua e per ammirare l'orizzonte sconfinato del Sahara.





Passiamo per Zaafrane, fortunatamente oggi il vento è clemente, anzi, è quasi a favore. In questa tappa riusciamo a trovare una pista battuta e a inoltrarci direttamente con le bici al'interno del lago salato Chott el Jerid. 



La pista è fantastica, sembra di viaggiare sul marmo per quanto liscio e compatto sia il terreno.



Al contrario, l'asfalto percorso durante tutto il viaggio è molto grossolano. Arriviamo a Kebili con una certa fame visto che non siamo riusciti a pranzare decentemente. Passiamo in mezzo al mercato della frutta e ci viene la brillante idea di acquistare qualcosa. Prendiamo 6 meloni e ce li spariamo giù in meno di 10 minuti seduti sotto un albero ai bordi del marciapiede. Poi saliamo sul pendio della città e ci accomodiamo in un bar vicino l'ufficio postale a riposare e bere coca cola.



Ripartiamo di lì a poco per raggiungere Bechri e il suo unico albergo, tappa di arrivo per il terzo giorno km 90.


 Con molto piacere vediamo che l'albergo è fornito anche di piscina...



domenica 16 maggio 2010

Matmata - Douz

Arriviamo a Douz dopo 105 km di sofferenza. La tappa in assoluto più impegnativa a mio parere. Per più di metà del percorso il vento è stato contrario e non si trattava di una brezzolina ma di un vento che ti bloccava la bici se smettevi di pedalare. Le temperature intorno ai 35 38 °C.





 
A metà percorso ci siamo fermati un'oretta a riposare al bar Tarzan. Tarzan è il titolare ed ha pressappoco 85 anni ma fa un ottimo the verde, ha dei biscotti Wafer invidiabili nel deserto e degli strepitosi pannelli fotovoltaici per creare corrente elettrica. Ha anche un cellulare che continua a suonare.




Anche i militari sono interessati a noi, tanto che un elicottero in ricognizione sulla zona ha invertito la rotta per vedere chi eravamo.

Anche all'arrivo a Douz un'auto della polizia ci aspetta poco fuori città e ci scorta fino all'albergo aspettandoci ogni volta che vogliamo scattare foto ai vari cartelli stradali o panorami. Douz è la più grande Oasi della Tunisia, con oltre 500.000 palme ed è l'avamposto della civiltà che si affaccia sullo sconfinato deserto del Sahara.